ENGLISH


LA STORIA DELLO SHTETL AILATI (novella chassidica)

In un secolo oscuro, nel luogo più remoto, sorgeva lo Shtetl [piccola città] Ailati.
In quel posto la natura sorrideva, le acque sgorgavano pure e gli abitanti erano persone semplici e gentili, poichè conoscevano la fame non lasciavano digiuno nessuno, poichè sapevano cosa vuol dire essere straniero in una terra ostile erano ospitali.
Non erano studiosi, e questo è un male poichè quel che apprendiamo è l'unica ricchezza che non ci può essere sottratta, non erano dei fieri cittadini, e anche questo è un male, ma quella gente era stata sempre dominata da potenze orgogliose e la gente dello Shtetl Ailati aveva appreso la furbizia del suddito: apparentemente arrendevoli di fronte al potente conoscevano mille trucchi per gabbarlo.
Poi un giorno un ometto astioso che temeva l'umanità intera per via delle sue numerose colpe, consigliato dai demoni, scoprì come entrare nei sogni della gente dello Shtetl, il suo nome era Reb [signor] Inocsul. All'inizio della sua triste esistenza apprese dal padre come allearsi con i più malvagi e con frodi e furti accumulò una grande ricchezza, ma ancora non gli bastava, voleva di più, voleva esercitare il potere sulla gente.
Nello Shtetl Ailati la maggioranza di quel popolo aveva aderito, dal punto di vista religioso, ad una corrente messianica. Nel corso dei secoli i dirigenti di questa corrente avevano stravolto gli insegnamenti dello Zaddik [colui che pratica la giustizia] che l'aveva ispirata, avevano introdotto la figura di Rebbe [rabbino, maestro] che fungevano da intermediari con le sfere superiori e insegnavano al popolo una dottrina spuria che lo allontanava dall'incanto mistico e, illudendo quella brava gente sul loro potere di scioglierli dal debito del male commesso, traevano profitto da questo improbabile ruolo. Anzichè insegnare questi maestri abusavano dell'ignoranza dell'uomo, coltivavano la stoltezza e premiavano la credulità.
Anche questo aveva contribuito all'ascesa di Reb Inocsul che a parole difendeva la moralità del popolo ma non come un istinto sano di emendamento dell'intelletto e consapevolezza della responsabilità dell'individuo bensì come l'adesione cieca ai preconcetti più diffusi.
Gli innocenti abitanti dello Shtetl non capivano la cattiveria di Reb Inocsul, egli era un maestro nel sorridere e usava ogni mezzo per compiacere, all'apparenza era un simpaticone e le sue battute facevano ridere assai quella gente semplice.
Quando Reb Inocsul scoprì come entrare nei sogni di quelli dello Shtetl agì sui peggiori istinti del popolo: l'invidia, le brame di possesso, il desiderio di donne appariscenti come segno distintivo.
Gli ingenui abitanti dell Shtetl non capivano che un ricco è bravo solo nell'accumulare ricchezze per sè, pensavano al contrario che, viste le sue doti, l'intero Shtetl si sarebbe arricchito con lui.
Erano antichi istinti tribali che si erano impadroniti di loro, avevano persino dimenticato l'episodio del vitello d'oro e nessun Mosè si apprestava a tornare portando le tavole della legge.
Al culmine dell'empietà Reb Inocsul arruolò dei finti Rebbe che avevano il solo incarico di volgere la legge in suo favore, ripetevano falsità con tale impudenza e con ragionamenti così grezzi da convincere il popolo che Reb Inocsul fosse una vittima dell'altrui invidia, tanto era stata minata la facoltà di discernimento di quella brava gente.
Di fronte al violento, di fronte all'oppressore ci si difende, non si resta a cincischiare perchè un discorso civile presuppone civiltà da ambo i lati e le argomentazioni del disonesto servono solo a fare confusione; non era più così per la gente dello Shtetl Ailati, chi aveva ancora un po' di buon senso si era ridotto a bisbigliare: agli occhi dei più non c'era differenza tra il bene e il male, essi avevano pari valore e pari diritto di espressione.
Qualcuno nello Shtetl cercava di opporsi al degrado che avanzava, tra questi, a capo di una corrente che si riferiva ad una visione riformata, vi era Reb Inas, un uomo di sicura buona volontà ma esacerbato dal fatto che tra quei bravi riformati non c'era mai pace. Persino nelle questioni pratiche l'accavallarsi delle voci generava una tale confusione che a passare lo shabbat nella loro sinagoga era difficilissimo non uscire con un gran mal di testa. E poi il miraggio propalato nei sogni dello Shtetl da Reb Inocsul si era impadronito anche dei compagni di Reb Inas, anche loro inseguivano i beni della terra piuttosto che quelli del cielo.
E' sorprendente come la regressione cuturale portasse quel buon popolo a percorrere a ritroso le conquiste delle scritture: così le accorate parole dei profeti sulla giustizia sociale si andavano annebbiando per tornare ad una vana attesa di un re messianico, si apriva il varco all'ascesa dei falsi messia.
A dire il vero vi fu anche qualcuno che provò a ricordare le istanze dei Profeti Elia, Isaia ed Abakuk, un certo Reb Ittonit, ma perse rapidamente di credibilità, un po' perchè tanti del popolo non erano più capaci di intendere quelle parole, un po' perchè la sua passione per gli ornamenti dei ricchi creava un contrasto troppo stridente.
Già il malessere dell'insana magia intaccava le sfere superiori come gorghi di fango in luoghi incantati che giunse, chiamato dalla voce della sofferente Shekinah [attributo femminile della presenza divina], lo Zaddiq Traumzeit alle porte dello Shtetl Ailati.
Come è triste, pensava Traumzeit, che i padri e i padri dei padri e così via si fossero affannati ad inventare un metodo efficace come la scrittura per tramandare l'esperienza e la cultura, il loro sforzo era stato vano?
Nei secoli si era appreso che la legge da sola non basta e che ogni tempo chiede un nuovo commento e una traduzione più accurata delle norme che conducono alla salvezza, perchè questo non avveniva nello Shtetl Ailati?
Lo Zaddiq Traumzeit conosceva l'hitlahabut [stupore estatico] e praticava solitarie ascensioni, apprendeva in sogno e di lui si diceva fosse stato iniziato dal Baal Shem in persona venuto a trovarlo in una notte di tempesta: come nel quadro di Michelangelo il tocco del Baal Shem destò in lui la conoscenza per aprire nuove porte. E dunque praticava l'Abodà [lavoro, servizio] poiche il passaggio di una porta consiste, dopo essere ascesi fino a rendersi nulla, nel guardare al mondo per quel che è, vedere le cose nascoste e saperle comprendere. Ancora questo non basta: occorre operare!
E in questi rovelli si agitava lo Zaddiq Traumzeit chiedendosi cosa potesse fare lui, tantopiù che per via della sua pronuncia tedesca il più delle volte destava l'ilarità della gente dello Shtetl Ailati. Questi ultimi tendevano a considerarlo poco più di un cialtrone: tanto il male prodotto aveva intaccato i loro cuori, le madri insegnavano alle figlie a vendersi ai più ricchi, i padri non trasmettevano nessuna fede ai figli.
Tanto vedeva lo Zaddiq Traumzeit e provò sofferenza. Vide che i sogni del popolo erano preghiere pesanti e non volavano, vide la volgarità dell'egoismo portata ad esempio, lui che sapeva che chi scende ascende. Il nodo era incancrenito e non era certo in questo mondo che si sarrebbe potuto sciogliere, occorreva cercare nei mondi superiori.
Era necessario librarsi al di sopra della sfera delle azioni, poichè quella gente era in quel mondo assai più astuta di lui, non sarebbe riuscito a mostrare loro un'utilità immediata che ormai era l'unico aspetto a cui guardavano.
Era necessario librarsi al di sopra della sfera della formazione, i sentimenti conquistati da Reb Inocsul avevano colonizzato quel territorio come colate di cemento in una valle incantata.
Era necessario librarsi oltre alla sfera della creazione ove albergano i pensieri, lì era stato concepito l'antico disegno del malvagio Reb Inocsul, lì gli era stato attribuito il ruolo dai malvagi che oscurano il passato.
Mai lo Zaddik Traumzeit si era spinto così in alto nei mondi paralleli senza intravvedere luce, almeno qualche scintilla, un punto di riferimento! Niente di tutto questo, tutto scuro e freddo, nessuna emanazione poteva penetrare quello scudo.
Lo Zaddik provò sgomento, una vicina di casa che lo spiava in quel momento pensò che quel vecchietto in quella stanza illuminata stesse sudando troppo, non era così caldo.
Traumzeit si dimentico di sè, questo era il lasciapassare per la sfera dell'emanazione, e tornò alla luce, immediata, accecante e al tempo stesso chiarificatrice: dall'alto riconobbe la cortina, da tre generazioni nello Shtetl Ailati si oscurava la verità, si sbeffeggiava la giustizia.
Le forze peggiori del popolo avevano la meglio e quanti, non erano pochi, erano assetati di giustizia e libertà si intristivano nella soffocante oscurità di quelle notti prolungate.
Vide scatenarsi una tempesta, una pioggia selvaggia, grandine a tratti, squarciò la cappa , memoria e verità sgorgarono come brina al sole, il popolo dello Shtetl Ailati quella notte sognò il proprio passato, quello dei suoi padri e nonni e con il sole ritrovato in molti azzardarono un sorriso. Vi erano colpe antiche che potevano essere emendate, la giustizia era fondata sulla logica stringente ma il giudizio doveva contemperarsi alla clemenza: a nessuno si poteva negare un percorso di tesuvah [remissione], a tutti fu riconosciuta l'opportunità di emendare il male commesso, di dimostrare in maniera compiuta che il bene poteva prevalere sul male.
Lo Zaddik Traumzeit si addormentò all'alba, stanco e soddisfatto della sua mitzvah [azione caritatevole], questo era il suo ruolo al mondo, cercare luce tra le tenebre. La vicina di casa, che continuò a spiarlo fin dopo che si fu addormentato, pensò che quel Rebbe non la convinceva, doveva aver mangiato pesante per rimanere così a lungo insonne: non gli avrebbe più chiesto consigli sulla kasheruth.
I ricchi da quel giorno si vergognarono dell'avidità e i poveri non provarono più invidia, sentirono tutti di volere il bene dello Shtetl, sentirono che il rispetto della Legge li affratellava.
Reb Inocsul venne punito ma non costretto in carcere, dovette coltivare la terra che in passato possedeva, al volgere delle stagioni osservava crescere le piante e comprese la natura profonda di quella terra che va ben oltre la proprietà.
Traumzeit vide il lavoro finito e pensò che fosse ora di partire.






THE HISTORY OF SHETL Ailati (Hasidic story)

In a dark century, in the most distant place, stood the shetl [small town] Ailati.
In that place nature smiled, the waters flowed clear and the people were simple and kind, as they knew hunger they did not leave any empty stomach, because they knew what is being a foreigner in a hostile land were hospitable.
They were not scholars, and this is bad because what we learn is the only wealth that can not be stolen, they were not proud citizens, and this is bad, but those people had always been dominated by power and pride, people of shetl Ailati had learned the cunning of the subject: apparently docile in the face of powerful knew one thousand tricks to cage.
Then one day a spiteful little man who feared the whole of humanity because of its many faults, recommended by demons, discovered how to enter the dreams of the shetl's people , his name was Reb [Mr.] Inocsul. Early in his sad existence he learned from his father how to be allied with the most evil and through fraud and theft amassed great wealth, but still was not enough, wanted more, wanted to exercise power over people.
In shetl Ailati the majority of the people had subscribed, from a religious perspective, a messianic current. Over the centuries the leaders of this movement had distorted the teachings of the tzaddik [one who practices righteousness] which had inspired, had introduced the figure of the Rebbe [rabbi, teacher] that acted as intermediaries with the higher spheres and taught a spurious doctrine that kept people away from the spell and mystic, deceiving the good people in their power to dissolve the debt of the evil done, profited from this unlikely role. Instead of teaching these teachers were abusing human ignorance, folly they cultivated and rewarded credulity.
This, too, had contributed to the rise of Reb Inocsul words that defended the morality of the people but not as a healthy instinct for amendment of the intellect and sense of responsibility of the individual but as a blind adherence to popular prejudices.
The innocent inhabitants of shetl did not understand the wickedness of Reb Inocsul, he was a master at smiling and he used every means to please, to all appearances was a funny guy and laugh at his jokes that simple people.
When Reb Inocsul discovered how to enter the dreams of those of shetl acted on the worst instincts of the people, the envy, the lust for possession, the desire of women flashy as a trademark.
The innocent inhabitants of shetl did not understand that a rich man is good only in accumulating wealth for himself, on the contrary think that, given his talents, the entire shetl would be enriched with him.
Ancient tribal instincts had seized them, they had even forgotten the episode of the golden calf, and no Moses was preparing to bring back the tablets of the law.
At the height of impiety fake Rebbe Reb Inocsul enlisted who had only the task of turning the law in his favor, repeated falsehood with such impudence and rightly so rough to convince people that Reb Inocsul was a victim of other people's envy, so much had undermined the power of discernment of those good people.
Faced with the violent oppressor in front of you defend, is not to tinker because civilization requires a civil discourse on both sides and dishonest arguments only serve to confuse, was not so for the people of shetl Ailati , who had a little common sense had been reduced to whisper, in the eyes of most there was no difference between good and evil, they had equal value and equal right of expression.
Someone in shetl tried to oppose the advancing degradation, including the one at the head of a current that was referring to a vision of reform, there was Reb Inas, a man of good will secure but exacerbated by the fact that among those brave reformed there was never peace. Even in practical matters the overlap of items generated so much confusion that passing the Sabbath in their synagogue was very difficult not to go out with a big headache. And the mirage of dreams by Reb Inocsul had also taken possession of Reb Inas mates, they too chased the goods of the earth rather than heaven.
It is amazing how the cutural regression brought good people to go in reverse the conquests of the scriptures: so the heartfelt words of the prophets on social justice were fogging to return to a vain expectation of a messianic king, opened the gate to the rise of the false messiah.
Actually, there was also someone who tried to remember the instances of the prophets Elijah, Isaiah and Abakuk, Reb Ittonit, but quickly lost credibility, a little because many of the people were no longer able to understand those words, a bit because his passion for the trappings of the rich created a stark contrast too.
Already the malaise magic undermined the higher spheres as eddies of mud in enchanted places which came, called by the voice of suffering Shekinah [feminine attribute of the divine presence], on the outskirts of the shetl Ailati came Zaddiq Traumzeit.
How sad, Traumzeit thought, that their fathers and fathers' fathers, and so on had striven to invent an effective method such as writing to pass on the experience and culture, their effort was in vain?
Over the centuries, it was learned that the law alone is not enough and that every time needs a new comment, a more accurate translation of the rules that lead to salvation, why that did not occur in shetl Ailati?
The Zaddiq Traumzeit knew hitlahabut [ecstatic astonishment] and practiced it in solitary climbing, he learned with dreams and he was said to have been initiated by the Baal Shem himself came to see him in a stormy night: as in the Michelangelo's picture, the touch of Baal Shem aroused in him the knowledge to open new doors. So practiced Abode [work, service] because the passage of a door, having ascended to become nothing, is in looking at the world for what it is, see the hidden things and know how to understand. Yet this is not enough: we must act!
And in these reflexions stirred the Zaddiq Traumzeit wondering what he could do, also because of his German pronunciation that most often aroused the hilarity of the people of shetl Ailati. The latter tended to see him little more than a scoundrel: so much evil in their hearts produced that, mothers taught their daughters to sell themselves to the richest, fathers did not transmit any faith to their children.
Both saw the Zaddiq Traumzeit and felt pain. He saw that the dreams of the people were heavy and prayers were not flying, he saw the vulgarity of self as an example, he knew that whoever descends ascends. The knot was gangrenous and was not in this world that he could dissolve it, it was necessary to seek the higher worlds.
It was necessary to soar above the sphere of action, because those people in that world was far more astute of him, he could not show their immediate utility, the only aspect they looked at.
It was necessary to soar above the sphere of education, feelings conquered by Reb Inocsul had colonized the territory as a concrete casting in an enchanted valley.
It was necessary to hover over the sphere of creation, where dwell the thoughts, there was conceived the old design of the wicked Reb Inocsul, there had been assigned the role by the evil that blacken the past.
Never the tzaddik Traumzeit had gone so high in the parallel worlds without a glimpse of light, at least some spark, a point of reference! None of this, all dark and cold, no issue could penetrate that shield.
The tzaddik felt dismay, a neighbor who was watching at that time thought that the old man in the lit room lit was sweating too much, it was not so hot.
Traumzeit forgot himself, that was the pass to the sphere of emanation, and came to light, instant, blinding and enlightening at the same time: he recognized the curtain, three generations in Shetl Ailati darkened the truth, mocked justice.
The worst forces of the people had the upper hand and those, not few, who were thirsty for justice and freedom were saddened in the stifling darkness of those long nights.
He saw off a storm, a wild rain, hail at times, tore the hood, memory and truth flowed like frost in the sun, the people of Shetl Ailati that night dreamed of their past, that of their fathers and grandparents and when the sun came they felt like smiling. There were ancient faults that could be amended, justice was based on compelling logic, but the court had to reconcile for leniency anyone could find a path of tesuvah [forgiveness], was recognized for all the opportunity to amend the wrong that was done, to demonstrate definitely that good could prevail over evil.
The tzaddik Traumzeit fell asleep at dawn, tired and satisfied with his mitzvah [charitable action], that was his role in the world, look for light in the darkness. The neighbor, who continued to spy on him after he was asleep, she thought that the Rebbe did not convince her, he must have eaten heavy to stay awake for so long: she would no longer ask for advice on kasheruth.
Rich from that day were ashamed of greed and the poor did not feel envy, they all felt to love the Shetl, the respect of the law united them.
Reb Inocsul was punished but not confined to prison, he had to cultivate the land he owned in the past, at the turn of seasons watching plants growing, understood the profound nature of the land that goes far beyond the property.
Traumzeit saw the finished work and thought it was time to leave.